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Else Lasker Schüler

Nasce nel 1869, ultima di sei fratelli, da una facoltosa famiglia di ebrei tedeschi a Elberfeld in Vestfalia, dove trascorre un'infanzia e una giovinezza che saranno spesso rimpiante e poeticamente trasfigurate nei suoi scritti. La famiglia appartiene alla borghesia ebraica assimilata e come tale segue con molta moderazione le tradizioni religiose ebraiche. Il padre, Aaron Schüler, è un banchiere ed è probabilmente dai suoi racconti che Else viene a conoscenza del fenomeno storico dell'antisemitismo. A partire dal 1880 frequenta per breve tempo il liceo di Elberfeld, che poi abbandona per proseguire gli studi privatamente. Nel 1882 muore Paul, il fratello prediletto di Else. Nel 1890 un'altra grave perdita segna la vita della futura scrittrice, quella dell'amata madre. Si sposa, quattro anni dopo, con il medico Berthold Lasker e si trasferisce con lui a Berlino dove prende lezioni di pittura e apre un proprio atelier. Nel 1897 muore il padre.

A Berlino Else frequenta il Café des Westens e partecipa alle iniziative culturali dell'avanguardia artistico-letteraria. Particolare influenza su di lei ha Peter Hille, rappresentante della bohème letteraria della città. Nel 1899 escono sulla rivista «Die Gesellschaft» quattro sue poesie. Nello stesso anno nasce il figlio Paul, il cui padre è rimasto sconosciuto. Dopo essersi dedicata per vari anni anche alla pittura (acquarelli, disegni, collages), Else Lasker Schüler la abbandona per la poesia. Nel 1902 esce la sua prima raccolta di liriche col titolo Styx che nel mondo culturale ottiene grande risonanza. Dopo il divorzio da Berthold Lasker e la separazione dal suo mentore Peter Hille, sposa nel 1903 Herwarth Walden (alias Georg Levin. Lo pseudonimo di "Herwarth Walden" risale a un'idea della stessa Lasker Schüler), musicista e fondatore nel 1910 della rivista espressionista «Der Sturm», che diventa l'organo più importante di divulgazione delle idee sull'arte sia di Walden che di Else, la quale vi pubblicherà più di settanta contributi. Grazie alla rivista la scrittrice farà la conoscenza di alcuni giovani poeti espressionisti come Jakob van Hoddis e Georg Heym. Intanto la sua fama letteraria si diffonde e nel 1905 esce la raccolta Der siebente Tag. Nota soprattutto come poetessa, Else Lasker Schüler scrive anche prosa (Das Peter Hille Buch, esce nel 1906 ed è dedicato a Hille, morto nel 1904) e opere teatrali (Die Wupper, del 1909, è il suo primo dramma). Nel 1907 esce la raccolta di prose e poesie intitolata Die Nächte der Tino von Bagdad, dove Else Lasker Schüler crea un mondo fiabesco orientale al cui centro pone la figura di "Tino, Prinzessin von Bagdad" alla quale conferisce anche tratti propri. Lo stesso accadrà con la figura androgina del "Prinz von Theben" che prenderà successivamente il posto di "Tino von Bagdad". Il volume di poesie Meine Wunder, del 1911, consolida la fama della scrittrice, senza però apportarle vantaggi economici perché il grande pubblico continua ad ignorarla. Riprende a disegnare e da ora in poi non abbandonerà più questa attività, che piuttosto considera inseparabile dalla scrittura. Il primo testo che combina immagine e scrittura sono i Briefe nach Norwegen. Usciti in parte su «Der Sturm», appaiono raccolti in volume nel 1912 col titolo Mein Herz. Ein Liebesroman mit Bildern und wirklich lebenden Menschen. Vive nella bohème berlinese, frequenta Gottfried Benn, al quale dedicherà un ciclo di diciassette poesie, e Franz Marc. Oltre che con «Der Sturm», collabora con le altre principali riviste di quegli anni, sulle cui pagine si raccoglievano le maggiori novità letterarie, come «Die Aktion», «Die Weißen Blätter», «Die Fackel». Nel 1912, anno in cui perde l'amata sorella Anna, divorzia da Walden e conduce un'esistenza sempre più isolata e randagia, assillata da preoccupazioni economiche e dalla malattia del figlio che morirà ventottenne di tubercolosi (1927). Nel 1913 escono le Hebräische Balladen, liriche nelle quali la poetessa riscrive le leggende sacre del popolo ebraico. Nel 1914 pubblica Der Prinz von Theben. Fa la conoscenza di Martin Buber e di Georg Trakl, che morirà in quello stesso anno. Nel 1916 muore al fronte l'amico Franz Marc, fondatore del famoso gruppo espressionista Der blaue Reiter, al quale Lasker Schüler dedica "lettere" che pubblica prima su «Die Aktion» (1913), poi, nel 1916, su «Neue Jugend» col titolo Der Malik (in volume solo nel 1919). Nel 1917 escono a Lipsia Die gesammelten Gedichte.

Tra il 1917 e il 1919 trascorre vari periodi in Svizzera per la salute del figlio. Nell'autunno del 1919 escono i primi quattro volumi dell'edizione completa delle opere presso Paul Cassirer, a Berlino. Nel 1923 pubblica il volume Theben. Gedichte und Lithographien. Rompe con l'editore Cassier e, contro l'intero mondo editoriale, pubblica il pamphlet Ich räume auf! Meine Anklage gegen meine Verleger. Die Wupper va in scena a Berlino nel 1927, per la seconda volta. Muore il figlio. Alcune gallerie di Berlino, tra cui la Galleria Nazionale, espongono i suoi lavori, mentre l'ostilità dei nazionalsocialisti nei suoi confronti e nei confronti della sua arte comincia a farsi sentire. Nel 1932 esce Konzert presso Rowohlt, l'ultimo lavoro che Lasker Schüler pubblica prima di andare in esilio e dopo che per sette anni è rimasta senza un editore. Nello stesso anno esce anche Arthur Aronymus. Die Geschichte meines Vaters, sia in versione in prosa, sia in versione teatrale. Riceve il premio Kleist, con grande scandalo della stampa nazionalsocialista che sempre di più la perseguita.

Nel 1933 è costretta a fuggire a Zurigo, dove vive in condizioni di estrema precarietà, sia economiche che di salute e subisce, per di più, il divieto di pubblicazione. Ciononostante riesce a vendere disegni e a pubblicare su riviste. Alcune sue poesie sono accolte dalla rivista «Die Sammlung», ogni tanto la scrittrice riesce anche a leggere dalle sue opere. Viaggia e soggiorna ad Ascona, poi di nuovo a Zurigo, infine, grazie all'intervento di due amici greci, in Palestina (1934 e 1937). Nonostante la solidarietà degli scrittori svizzeri e di quelli tedeschi esuli non ottiene il rinnovo del permesso di soggiorno dalle autorità svizzere. Dopo che nel 1938 subisce la revoca della cittadinanza tedesca, torna per la terza volta in Palestina nel 1939. Lo scoppio della guerra e il rifiuto del visto d'ingresso in Svizzera le impediscono di fare ritorno in Europa. Ha contatti con intellettuali e scrittori ebrei-tedeschi, legge dalle sue opere, nel 1943 pubblica la sua ultima raccolta di poesie dal titolo Mein blaues Klavier. Ammalatasi gravemente, concluderà la sua vita a Gerusalemme, dove muore il 22 gennaio 1945.


Opere

  • Styx, poesie, 1902
  • Der siebente Tag, poesie, 1905
  • Das Peter Hille Buch, prose, 1906
  • Die Nächte der Tino von Bagdad, racconti e poesie, 1907
  • Die Wupper, dramma, 1909
  • Meine Wunder, poesie, 1911
  • Mein Herz. Ein Liebesroman mit Bildern und wirklich lebenden Menschen, romanzo epistolare, 1912
  • Hebräische Balladen, poesie,1913
  • Der Malik, romanzo epistolare, 1913-1916
  • Der Prinz von Theben. Ein Geschichtenbuch, racconti, 1914
  • Gesammelte Gedichte, poesie, 1917
  • Theben. Gedichte und Lithographien, poesie, 1923
  • Ich räume auf! Meine Anklage gegen meine Verleger, pamphlet, 1923
  • Konzert, prose e poesie, 1932
  • Das Hebräerland, racconto, 1937
  • Arthur Aronymus. Die Geschichte meines Vaters, racconto e dramma, 1932
  • Mein blaues Klavier, poesie, 1943
  • Ichundich, dramma, postumo, 1961 e 1970

 

Traduzioni italiane

  • Ballate ebraiche e altre poesie, Firenze, 1985, (II ed., ivi, 1995)
  • Il mio cuore e altri scritti, Firenze, 1990
  • Tu, giocoliere falso. Poesie, Verona, 1990
  • Lettere al Cavaliere azzurro. Franz Marc, Else Lasker-Schüler, Torino 1991 (e sgg.)
  • La gatta rossa, Palermo, 1993
  • La terra degli ebrei, Firenze, 1993
  • Caro Cavaliere Azzurro (Lettere a Franz Marc), Pistoia, 1995
  • Arthur Aronymus. La storia di mio padre, Venezia, 1996
  • Poesie, Acquaviva, 2004
  • Il mio pianoforte azzurro, San Cesario di Lecce, 2007

 

Scelta bibliografica

  • Baioni, Giuliano, (a cura di), Else Lasker-Schuler, Milano, 1963.
  • Bansch, Dieter, Else Lasker-Schüler. Zur Kritik eines etablierten Bildes, Stuttgart, 1971.
  • Baumer, Franz, Else Lasker-Schüler. Colloquium, Berlin,1998.
  • Bischoff, Doerte, Ausgesetzte Schöpfung. Figuren der Souveränität und Ethik der Differenz in der Prosa Else Lasker-Schülers, Tübingen, 2002.
  • Bauschinger, Sigrid, Else Lasker-Schüler. Biographie, Göttingen, 2004.
  • Bluhm, Lothar, Meier, Andreas (Hg.), Else Lasker-Schuler. Jahrbuch zur Klassischen Moderne, Trier, 2000.
  • Buhler-Dietrich, Annette, Auf dem Weg zum Theater. Else Lasker-Schuler, Marieluise Fleisser, Nelly Sachs, Gerlind Reinshagen, Elfriede Jelinek, Würzburg, 2003.
  • Di Rosa, Valentina, Finzioni orientali. Identità e diaspora nella scrittura di Else Lasker Schüler, Napoli, 2002 (versione tedesca: «Begraben sind die Bibeljahre längst». Diaspora und Identitätssuche im poetischen Entwurf Else Lasker-Schülers, Paderborn, 2006).
  • Ein Else-Lasker-Schüler-Almanach, hrsg. V. der Else Lasker-Schüler-Gesellschaft, Wuppertal, 1, 1993.
  • Gigliotti, Margherita, «Il potere di prendere in mano il proprio cuore». Corpo e immaginazione in Else Lasker-Schüler, Bologna, 1997, recensione di Fichera in «Cultura Tedesca» 10, 1998, pp. 208-10.
  • Grossmann, Uta, Fremdheit im Leben und in der Prosa Else Lasker-Schülers, Oldenburg, 2001.
  • Hallensleben, Markus, Else Lasker-Schüler. Avantgardismus und Kunstinszenierung, Tübingen, 2000.
  • Hedgepeth, Sonja M., Überall blicke ich nach einem heimatlichen Boden aus. Exil im Werk Else Lasker-Schülers, New York, Frankfurt am Main (u.a.), 1994.
  • Hermann, Iris, Raum - Körper - Schrift. Mythopoetische Verfahrensweisen in der Prosa Else Lasker-Schülers, Paderborn, 1997.
  • Jelinek, Elfriede, Liebeserklärung an Else Lasker-Schüler, in «Zweiseelenstadt. Ein Else-Lasker-Schüler-Almanach», 6, 2004, oppure all'indirizzo: http://www.exil-archiv.de/grafik/biografien/lasker-schueler/Elfriede_Jelinek.pdf.
  • Kanz, Christine, Else Lasker-Schüler, in Psychoanalyse in der literarischen Moderne. Schriftstellerinnen und das Wissen um das Unbewusste, Marburg, 2011, pp. 203-206.
  • Klüsener, Erika, Else Lasker-Schüler: Mit Selbstzeugnissen und Bilddokumenten, Reinbek, 2005.
  • Lermen, Birgit, Motté, Magda (Hg.), Gedichte von Else Lasker-Schüler. Interpretationen, Stuttgart, 2010.
  • Schlendtstedt, Silvia, Prinz Jussuf: Ein wilder Jude. Soziale Pahntastik bei Else Lasker-Schüler, Potsdam, 2010.
  • Schürer, Ernst, Hedgepeth, Sonja (Hg.), Else Lasker-Schüler. Ansichten und Perspektiven, Tübingen, 1999.
  • Verrienti, Virginia, Poesia della nostalgia. Else Lasker-Schüler tra Zurigo e Gerusalemme, Artemide, 2005.
  • Vitale, Claudia, Assonanze e dissonanze nell'opera poetica di Else Lasker-Schüler, in Id., Assonanze e dissonanze. Saggi di letteratura tedesca, Perugia, 2006, pp. 11-43.
  • Weissenberger, Klaus, Zwischen Stein und Stern. Mystische Formgebung in der Dichtung von Else Lasker-Schuler, Nelly Sachs und Paul Celan, Bern/München, 1976.

 

Sitografia

http://www.else-lasker-schueler-gesellschaft.de
http://www.exilzentrum.de
http://www.exilarchiv.de
http://els-bib.southalabama.edu
http://www.ub.fu-berlin.de/service_neu/internetquellen/fachinformation/germanistik /autoren/autorl/lasker.html

 

Filmografia

Ich räume auf, regia di Georg Brintrup, 1979.

 

( Foto: http://www.enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=801 )