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Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco

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Hermynia Zur Mühlen

Nasce il 12 dicembre 1883 a Vienna, in una famiglia di alto lignaggio. Si chiama Contessa Hermine Maria Folliot de Crenneville-Poutet, in quanto figlia del diplomatico Viktor Conte Folliot de Crenneville-Poutet.. Cresce nel Salzkammergut godendo dei privilegi di un mondo, quello dell'aristocrazia dell'impero Austroungarico, condannato di lì a poco al tramonto. Viaggia molto, fin da piccola, accompagnando il padre nelle missioni diplomatiche all'estero. Ha soggiornato, tra l'altro, a Costantinopoli, Lisbona, Milano e Firenze, imparando molte lingue straniere. Riceve un'educazione privata, poi, ad Algeri, dove si trova col padre, frequenta la scuola Sacre Cœur. Una volta tornata in patria viene iscritta ad un istituto per signorine di buona famiglia a Dresda. Nel 1901 prende il diploma di insegnante (Volksschullehrerin) a Ebensee, in Austria. A partire dal 1905 lavora in una tipografia e nel 1907 sposa, contro la volontà dei genitori il nobile baltico Victor von zur Mühlen e lo segue nella sua tenuta a Eigstfer, oggi Eistvere, nell'attuale Estonia. Un'unione infelice che la spinge al divorzio nel 1913. A causa della tubercolosi, di cui soffre fin dal 1914, è costretta a numerosi soggiorni di cura a Davos, in Svizzera. Nel frattempo traduce molto, romanzi e racconti della letteratura russa, francese, inglese e americana. Con l'adesione al partito comunista e la scelta di vivere come intellettuale indipendente Hermynia Zur Mühlen abbandona definitivamente e in ogni senso la classe sociale d'appartenenza. Col secondo marito, il giornalista e traduttore viennese di origini ebraiche Stefan Isidor Klein (1889-1960), si stabilisce nel 1919 a Frankfut am Main.
Negli anni Venti comincia a scrivere romanzi e fiabe e a pubblicare su riviste all'avanguardia e politicamente impegnate come «Die rote Fahne», «Die Weltbühne», «Die Erde», «Der Revolutionär», collabora con la casa editrice Malik e diviene famosa come scrittrice di fiabe 'rivoluzionario-proletarie' a sfondo didattico, delle quali la più famosa, Was Peterchens Freunde erzählen, esce nel 1924. Nel 1932, consapevole degli orrori dello stalinismo e delusa dalla politica comunista, abbandona il KPD per abbracciare, come scrive in una lettera, un ideale individualista di stampo cristiano. Nel 1933, davanti alla preoccupante ascesa del partito hitleriano, Hermynia Zur Mühlen lascia Francoforte e ripara a Vienna, una patria che diventa, per poco tempo, terra d'esilio. Scrive e pubblica, tra l'altro, il romanzo a sfondo autobiografico Reise durch ein Leben, che Klaus Mann recensisce nella rivista «Die Sammlung». A questo seguirà Unsere Töchter, die Nazinen che esce nel 1935. Le sue opere finiscono immediatamente sulla "lista degli scritti nocivi e indesiderati" (Liste des schädlichen und unerwünschten Schrifttums), il suo nome negli elenchi dei soggetti pericolosi e ricercati. Tali circostanze la spingono prima a Bratislava poi a Piestany (1938), dove si sposa con Isidor Klein. Da qui la coppia emigra poi, nel 1939, in Inghilterra. Stabilitasi a Londra, vivrà in condizioni difficili e precarie. Hermynia Zur Mühlen continua a scrivere, sia in inglese che in tedesco, traduce molto, ma non ottiene grande successo. Con l'esilio si apre una nuova fase nella sua carriera letteraria, sia nel senso di un radicale rinnovamento dello stile di scrittura, sia nel senso di un declino inarrestabile della sua fama. Si ricordano We Poor Shadows e Came the Stranger, prima e ultima parte di un ampio progetto che prevedeva il racconto dei destini di una famiglia aristocratica austriaca dal Congresso di Vienna fino all'invasione nazista della Cecoslovacchia. Le parti centrali mancano, probabilmente perché non furono mai scritte. I romanzi nati durante l'esilio saranno presto dimenticati insieme a Zur Mühlen stessa che dopo la guerra non farà mai più ritorno in patria. Muore il 20 marzo 1951 a Radlett, nella contea dello Hertfordshire, dove si era trasferita insieme al marito nel 1948.
La riscoperta di Hermynia Zur Mühlen inizia nella DDR degli anni Settanta proprio grazie alle fiabe didattiche e filocomuniste che rendono la scrittrice gradita alla cultura ufficiale. Sulla scia della pubblicazione delle fiabe, più tardi, nel decennio successivo, escono in nuova edizione anche i romanzi. La critica letteraria sull'opera di Hermynia Zur Mühlen è piuttosto giovane e per nulla unanime. Alcuni la ritengono "la più importante delle autrici austriache del XX secolo che sono state dimenticate", per altri la sua prosa appartiene a una tradizione ottocentesca ormai superata.


Opere

Was Peterchens Freunde erzählen, fiabe, 1921
Der Tempel, romanzo, 1922
Licht, romanzo, 1922
Das Schloß der Wahrheit. Ein Märchenbuch, fiabe, 1924
Schupomann Karl Müller, racconto, 1924
Der rote Heiland, novelle, 1924
Die weiße Pest. Ein Roman aus Deutschlands Gegenwart, romanzo, 1926
Ende und Anfang. Ein Lebensbuch, autobiografia, 1929
Das Riesenrad, romanzo, 1932
Nora hat eine famose Idee, romanzo, 1933
Reise durch ein Leben, romanzo, 1933
Unsere Töchter, die Nazinen, romanzo 1935
Ein Jahr im Schatten, romanzo, 1935
Fahrt ins Licht, racconti, 1936
Ewiges Schattenspiel, romanzo, 1939
We Poor Shadows, romanzo 1943 (versione inglese di Ewiges Schattenspiel)
Kleine Geschichten von großen Dichtern, racconti, 1944
Little Allies, racconti, 1945
Came the Stranger, romanzo, 1946
Als der Fremde kam, romanzo, 1947 (versione tedesca di Came the Stranger)
Eine Flasche Parfüm, romanzo, 1947


Scelta bibliografica

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Sitografia

http://www.berlin.de/rubrik/hauptstadt/verbannte_buecher/
http://www.literaturtv.at/literaturhaus_hermynia/videos.php?id=7


( Foto: http://digital.library.upenn.edu/women/muhlen/gossman.html )