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Aglaja Veteranyi

Aglaja Veteranyi nasce il 17 Maggio 1962 a Bucarest, in una famiglia circense. Il padre è un clown, la madre acrobata, e già da piccolissima Aglaja è costretta a partecipare alle esibizioni e a viaggiare in giro per il mondo con il circo itinerante. Nel 1977 la famiglia si trasferisce in Svizzera, ma a quindici anni Veteranyi non sa ancora né leggere né scrivere, nonostante parli bene il rumeno e lo spagnolo. Trasferitasi definitivamente a Zurigo nel 1982, impara da autodidatta il tedesco e comincia a studiare recitazione nella Schauspielgemeinschaft Zürich, la stessa scuola che dal 1988 al 2001 la vedrà prima nel ruolo di insegnante e poi di dirigente. Nel 1993 fonda con lo scrittore René Oberholzer il gruppo letterario sperimentale Die Wortpumpe, mentre tre anni dopo collabora con il compagno Jens Nielsen alla nascita del gruppo teatrale Die Engelmaschine.
Oltre alla recitazione Veteranyi comincia a scrivere per antologie e riviste letterarie, e a presentare le sue opere in Svizzera e all'estero. Il suo primo romanzo, Warum das Kind in der Polenta kocht, viene dato alle stampe nel 1999. In questo romanzo come negli altri, Veteranyi riversa tutto il bagaglio di esperienze che ha acquisito durante la sua avventurosa vita di nomade circense. Il viaggio, l'esilio, la fuga e il senso perenne di straniamento sono i punti cardine del suo modo di guardare al mondo; il contrasto tra Heimat – identificabile unicamente con il carrozzone in cui la famiglia vive – e l'Ausland sconosciuto stride davanti agli occhi della bambina protagonista. L'eterna paura dell'abbandono, dell'isolamento e della solitudine attanaglia i pensieri della piccola. Il senso di morte penetra anche nel colorato mondo del circo, e la sorella maggiore deve calmare la protagonista che vede la madre oscillare nel vuoto appesa per i capelli raccontandole la favola del bambino che cuoce nella polenta. Orrore e terrore si fondono nella prosa di questa scrittrice la cui verve ironica però non viene mai a mancare.
Alle opere di Veteranyi vengono assegnati molti prestigiosi premi, come il Preis der Literaturförderung der Stadt Zürich nel 1999, l'Adalbert-von-Chamisso Förderpreis della fondazione Robert Bosch, il Kunstpreis Berlin nel 2000. Nonostante i numerosi riconoscimenti sul piano culturale e letterario, Veteranyi attraversa una profonda crisi che la porterà al suicidio: nel 2002, a soli quarant'anni, la scrittrice e attrice muore annegata nel lago di Zurigo, l'unica città che, dopo gli anni girovaghi dell'infanzia, le aveva fatto sentire la pace della sedentarietà.
Nel 2004 viene pubblicata postuma l'opera a cui Veteranyi stava lavorando prima di morire: si tratta di 87 racconti, alcuni di brevissimo respiro, il cui ordine all'interno del testo è stato deciso perlopiù arbitrariamente dall'editore. Nei suoi racconti Veteranyi dipinge gli individui e le loro relazioni con uno stile essenziale, poetico e grottesco al contempo, intriso di quell'humour nero che contraddistingue la sua scrittura nel panorama letterario contemporaneo.

 

Opere (scelta)

Warum das Kind in der Polenta kocht, romanzo, 1999
Ein Totentanz. Geschenke. Mit Holzschnitten von Jean-Jacques Volz, 1999
Das Regal der letzten Atemzüge, romanzo, 2002
• Von geräumten Meer, den gemieteten Socken und Frau Butter, racconti, 2004

 

Traduzioni in italiano

Perché il bambino cuoce nella polenta, 2005 (trad. di E. Cavallaro)

 

Bibliografia (scelta)

  • Bussmann, Rudolfe Martin Zingg (a cura di), Aglaja Veteranyi weiterschreiben. Mit Beiträgen von Monica Cantieni, Guy Krneta, Gabriele Markus, Mariella Mehr, Michael Mettler, Werner Morlang und Jens Nielsen, in «Drehpunkt, Schweizer Literaturzeitschrift», 114, Oktober 2002, Basel, Lenos Verlag, 2002.
  • Gieser, Laura, Heimatlose Weltliteratur? Zum Werk von Aglaja Veteranyi, in «Germanica», 38, 2006.
  • Kondrič Horvat, Vesna, Familienbilder als Zeitbilder bei Franco Supino und Aglaja Veteranyi, in B. Sandberg (a cura di), Familienbilder als Zeitbilder. Erzählte Zeitgeschichte(n) bei Schweizer Autoren vom 18. Jahrhundert bis zur Gegenwart, Berlin, Frank &Timme, 2010, pp.281-292.
  • Neudecker, Nina, Ich weiss nicht, was eine Muttersprache ist. Porträt und Texte von AglajaVeteranyi, in «Schweizer Monatshefte, Fokus Chamisso-Preis», 938, Februar 2005.
  • Spoerri, Bettina, Der hybride (Kultur-)Raum in den Romanen Yusuf Yesilöz, Aglaja Veteranyi und Catalin Florescu, in: Komorowski, Dariusy (Hg.), Jenseits von Frisch und Dürrenmatt. Raumgestaltung in der gegenwärtigen Deutschschweizer Literatur, Würzburg, Königshausen & Neumann, 2009, pp.159-166.
  • Suren, Katja, „Am liebsten habe ich Geschichten mit Menschen, die essen oder gekocht werden". Zur vermeintlich einigenden Kraft des Essens bei Natascha Wodin und AglajaVeteranyi, in C. Lillge/A. Meyer (a cura di): Interkulturelle Mahlzeiten. Kulinarische Begegnungen und Kommunikation in der Literatur, Bielefeld, Transcript-Verlag, 2008.
  • Id., Ein Engel verkleidete sich als Engel und blieb unerkannt: Rhetoriken des Kindlichen bei Natascha Wodin, Herta Müller und Aglaja Veterany, Dissertation, Universität Paderborn, 2010.

 

Sitografia (scelta)

http://de.wikipedia.org/wiki/Aglaja_Veteranyi
http://www.perlentaucher.de/autoren/171/Aglaja_Veteranyi.html
http://www.bibliomedia.ch/de/autoren/Veteranyi_Aglaja/733.html
http://www.drs.ch
http://www.bosch-stiftung.de/content/language1/html/14838.asp
http://www.tufani.net/aglaja-veteranyi.html
http://germanica.revues.org/409

 

Filmografia

Hier Himmel - AglajaVeteranyi, regia di Ludwig Metzger (2003)

 

(Foto:© Renate von Mangoldt)

Scheda a cura di Raffaella Mare