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Anna Gmeyner

Anna Wilhelmine Gmeyner, nota anche con lo pseudonimo di Anna Reiner, nasce a Vienna il 16 marzo 1902 in una famiglia ebrea. Dopo aver intrapreso gli studi nella capitale austriaca, nel 1925 si trasferisce a Berlino, dove si mantiene impartendo lezioni private e scrivendo articoli per giornali e riviste. Nello stesso anno sposa il fisiologo Berthold P. Wiesner, seguendolo in Scozia quando gli viene affidato un incarico di ricerca presso l'università di Edimburgo. L'unione matrimoniale, dalla quale nel 1925 nasce una figlia, entra presto in crisi. Wiesner non riesce ad accettare il carattere ribelle e curioso di Anna, che si mostra più interessata alle rivolte sociali e politiche in atto in Inghilterra che alla cura della propria famiglia. Lo sciopero dei minatori scozzesi al quale Anna assiste in quegli anni è fonte di ispirazione per la stesura del dramma Herr ohne Helden.

Nel 1930, Anna Gmeyner si separa dal marito e fa ritorno a Vienna, dove trova lavoro come direttore artistico teatrale, al fianco di Erwin Piscator. In questi stessi anni compone canzoni e ballate che vengono musicate da Hanns Eisler e Herbert Rappaport.

In questo stesso periodo compone il dramma Automatenbüffet, che grazie alla velata critica sociale e al tono satirico, conquista il pubblico e consacra la sua abilità di direttore artistico.

Durante la presa di potere del Nazionalsocialismo, nel 1933, la scrittrice si trova a Parigi, dove lavora alla sceneggiatura di alcuni film insieme al regista Georg Wilhelm Pabst. Intanto nella Germania nazista i suoi testi, sia in prosa che teatrali, vengono proibiti.

Nonostante il divieto di pubblicazione e diffusione imposto all'autrice, nello stesso 1933, il dramma Automatenbüffet viene messo in scena a Zurigo con il titolo Im Trüben fischen, e l'anno successivo la rivista dell'esilio «Pariser Tageblatt» ospita il suo racconto in 15 parti Mary-Ann wartet, la storia di un marinaio ambientata a Glasgow.

Nel 1935 Anna Gmeyner si trasferisce a Londra e lì sposa il filosofo delle religioni di origini russe Jascha Morduch. Nel 1938, con lo pseudonimo di Anna Reiner, la casa editrice Querido-Verlag di Amsterdam pubblica il romanzo Manja, in cui, attraverso le vite di cinque bambini appartenenti a differenti classi sociali, si racconta la vita in una città tedesca tra il 1920 e il 1934.

Oltre alla traduzione in inglese di Manja, a Londra viene pubblicato anche Café du Dome, un romanzo interamente fondato sull'esperienza dell'esilio, il cui manoscritto originale, in lingua tedesca, è andato misteriosamente perduto.

Dopo il trasferimento da Londra al Berkshire, dove lei e il marito conducono una vita ritirata, Anna Gmeyner abbandona la scrittura per dedicarsi agli studi filosofico-religiosi del compagno che comprendono, tra l'altro la mistica orientale, cristiana ed ebrea, l'esoterismo, il chassidismo e il sufismo. Solo dopo la morte di questi, avvenuta nel 1950, riprende a scrivere in lingua inglese biografie, racconti a tematica religiosa e poesie che pubblica, a partire dal 1960, con il nome di Anna Morduch.

La scrittrice muore a York il 3 gennaio 1991, lasciando incompleti, e pertanto inediti, un saggio su Tommaso D'Aquino e un racconto su Jakob Böhme. Sua figlia, Eva Maria Charlotte Michelle Wiesner, nata nel 1925 dal primo matrimonio, è oggi, con lo pseudonimo di Eva Ibbotson, una famosa scrittrice di libri per bambini.

 

 

Opere

  • Der große und der kleine Klaus, dramma per l'infanzia, 1929
  • Heer ohne Helden. Bergarbeiterschauspiel in 8 Bildern, dramma, 1929
  • Zehn am Fließband, dramma, 1931
  • Automatenbüffet. Ein Spiel in drei Akten mit Vorspiel und Nachspiel, commedia popolare, 1932
  • Mary-Ann wartet, racconto, 1933
  • Manja. Ein Roman um fünf Kinder, romanzo, 1938
  • Café du Dome, romanzo, 1941
  • The Death and Life of Julian, biografia, 1960
  • A Jar Laden with Water. Six Stories, racconti, 1961
  • No Screen for the Dying, 1964
  • The sovereign adventure. The Grail of mankind, studio monografico, 1970

 

Scelta bibliografica

  • Führich, Angelika, Aufbrüche des Weiblichen im Drama der Weimarer Republik. Brecht - Fleisser - Horváth - Gmeyner, Heidelberg, 1992.
  • Harpprecht, Klaus, Jedes Wort, jedes Bild, jeder Ton klingt vertraut, in «Taz», 6. 11. 2007.
  • Klapdor- Kops, Heike, Anna Gmeyner, eine Heimkehr, die noch stattzufinden hat?, in J. Holzner/ S. Scheichl/  W. Wiesmüller (Hg.), Eine Schwierige Heimkehr. Österreichische Literatur im Exil 1938-1945, Innsbruck, 1991.
  • Id., »Und was die Verfasserin betrifft, lasst uns weitersehen«. Die Rekonstruktion der schriftstellerischen Laufbahn Anna Gmeyners, in «Exilforschung. Ein internationales Jahrbuch», Bd. 3, München 1985.
  • Schmidt-Ott, Anja, Young love. Negotiations of the Self and Society in Selected German Novels of the 1930s, Frankfurt am Main (u. a.), 2002.
  • Schüller, Torsten, Literatur aus dem Exil: Anna Gmeyners Roman Manja, in C. Brinson (u.a.) (Hg.), "England? Aber wo liegt es?", München, 1996.
  • Stürzer, Anne, Dramatikerinnen und Zeitstücke. Ein vergessenes Kapitel der Theatergeschichte von der Weimarer Republik bis zur Nachkriegszeit. (Ergebnisse der Frauenforschung, Bd. 30), Stuttgart, 1993.
  • Timms, Edward, Prinzipien der Hoffnung: Kindheitserlebnisse und Frauengestalten in den Romanen von Anna Gmeyner, in C. Brinson (u.a.), Keine Klage über England?, München, 1998.
  • Wall, Renate, Lexikon deutschsprachiger Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Gießen, 2004.

  • Werner, Birte, Illusionslos - hoffnungsvoll. Die Zeitstücke und Exilromane Anna Gmeyners, Göttingen, 2006.

 

Sitografia

http://www.dradio.de

http://www.literaturepochen.at

http://www.exil-archiv.de

 

 

Filmografia

Copioni per film con regia di Georg Wilhelm Pabst:

  • La tragédie de la mine (in collaborazione), 1931 - con scene tratte da Heer ohne Helden.
  • Don Quichotte (collaborazione), 1933.
  • Du haut en bas, (su modello di Lászlo Bús-Fekete), 1933.
  • Copioni per film con regia di Roy Boulting:
  • Pastor Hall (collaborazione), 1940 - basato sulla vita di Martin Niemöllers.
  • Dawn Guard, 1941.
  • Thunder Rock, 1942.

 

(foto: http://www.persephonebooks.co.uk)

Echi della Fremde

Manja